Maschi marchette e loro clienti La Repubblica, Rubrica Milano Gay, 30 gennaio 1982
Il sesso sembra essere per il marchettaro maschile il modo di vivere l'ambivalenza nei confronti dell’omosessualità propria e altrui. Se la violenza può esprimere desiderio di possesso sessuale, viceversa l'atto sessuale può esprimere il desiderio di nuocere, per cui si manifestano al contempo tolleranza ed intolleranza verso l’omosessualità. Il corpo del marchettaro si presenta mutilato: c’è solo un cazzo. La cosce appena divaricate o vistosamente spalancate ad attirare lo sguardo interessato di un pubblico che aspetta solo quel gesto e forse non vuole altro. Nel rapporto sessuale mercenario ci sono vendicatività ed esigenza di umiliare. Chi compra è il più debole, in balia del desiderio di quell’organo “agognato”, e in preda alla disperazione di una mancanza. Certo, il denaro media anche la possibilità per la marchetta di accedere all’omoerotismo, tuttavia c’è una sensazione di sconfitta nella vittoria di chi compra quella merce, perché avverte la ritrosia, la stizza, l’acidità di uno sperma avvelenato nel percorso all’interno di un pene che si concede ad un’erezione in parte punitiva.
Lui abbassa la cerniera: tutti gli occhi nel locale sono sul suo basso ventre. È il fascino di quel genitale che mi porta a non guardare tra le risa e i gridolini degli astanti? O è il potere che pare intridere i suoi tessuti e trasudare dalla gestualità? È la sua capacità di violentare e sottomettere da cui si è attirati?... Ma sarà vero che attrae così tanto e che lui sia in grado di fare ciò che la mente altrui gli attribuisce? Mattia Morretta