Io, medico omosessuale, dico cheLe nuove generazioni di omosessuali sono più aggressive: è la reazione al vecchio razzismo anti-gayMODA, Dossier Ecce omo , N.16, Febbraio 1985, Intervista a cura di Donata Kalliany
Dottor Mattia Morretta, psichiatra, omosessuale dichiarato: Sì, i gay hanno successo, ma solo in ambienti come la moda, il cinema e la letteratura, cioè quelli che si basano molto sulla rappresentazione di sé. Il vero successo, non superficiale e mondano ma sostanziale, ci sarà quando avremo omosessuali noti nelle posizioni di potere fra i giudici, gli insegnanti, tutti coloro che operano al di fuori dello spettacolo sociale. Detto in maniera sintetica e provocatoria, il gay non più solo parrucchiere, ma anche psichiatra e ingegnere. Ci stiamo arrivando. Il mio lavorare come interno in una clinica psichiatrica a Milano è un esperimento, c’è una apparente contraddizione tra la mia figura e la richiesta di normalità della funzione, ma tutti sanno della mia omosessualità, dal primario alla suora. Del resto, tutti gli operatori della salute possono avere e hanno di norma qualche problema psicologico (benché io non consideri il mio stato un problema). Mi sono laureato con 110 con una tesi pionieristica sull’omosessualità, il che è effettivamente un passo avanti, però per riuscire ad affermarsi apertamente occorre molto coraggio. Oggi gli omosessuali assumono sovente un aspetto più macho rispetto al passato, un cambiamento o articolazione di stile espressivo giocando su ciò che viene desiderato (oggetto virile) e ciò che si sente di essere (soggetto con alcuni tratti psicologici femminili). Riconquistare il proprio atteggiamento mascolino può aiutare a usare la carica aggressiva non per sconcertare, bensì per presentarsi senza timore, con sicurezza. La maggiore aggressività degli omosessuali contemporanei dipende dalla abituale rigida repressione, col corredo di senso di inferiorità, al pari delle donne; dovendo stare attenti al giudizio degli altri, si è costretti a sviluppare delle antenne speciali sintonizzate sui rapporti interpersonali. Forse si arriverà alle posizioni a cui giungono gli altri quando non si dovranno più nascondere i gesti di naturale espressione dell'orientamento sessuale per paura che vengano presi per esibizione. Mi si chiede: perché alcuni gesticolano e parlano in un certo modo affettato? Si tratta di una modalità comunicativa che non è diretta in primis agli eterosessuali, è piuttosto un gergo, un linguaggio di riconoscimento tra simili. In effetti, gli omosessuali soffrono di non avere un marchio fisico che li distingua, avvertono l'esigenza di un’immagine, che può essere anche quella virile di moda adesso, e che è pur sempre una messinscena. La flessibilità psicosessuale porta ad amare il gioco, l’ambiguità, il passaggio da un ruolo all’altro. Chi gira vestito in modi ricercati e aggraziati in compagnia di un ragazzo dall’aria normale, maschia, si diverte a pensare che la gente ingenuamente da questo deduce quali siano le "parti" sessuali, mentre in realtà può essere tutto il contrario.