Non bruciare la gioventù: messaggio in bottiglia a chi ha vent'anni
Arriverai anche tu alla promiscuità eletta a sistema?
Dopo anni di segregazione del desiderio, dalle galere vengono liberati via via i prigionieri affamati ed assetati: le fantasie proibite e censurate, i pensieri imbavagliati, ciò che non si poteva neanche godere nelle ore d’aria dell’intuizione.
All’inizio il comportamento prende a prestito i modelli e lo stile preesistenti (la coppia e la fedeltà, se in precedenza rappresentavano ideali di riferimento). Poi si fa strada il bisogno di adeguare la condotta a quella proposta dalla sottocultura del mondo gay, avranno luogo i riti di iniziazione alla “comunità” e alla sua “religione”.
L’omologazione verrà spacciata per liberazione, ci si convincerà d’essere se stessi seguendo alla lettera le prescrizioni della trasgressione programmata. Il passaggio nel tunnel del consumismo sessuale garantirà l’appartenenza all’ambiente.
Si potrà sperimentare l’ebbrezza dell’aritmetica applicata al sesso e ai corpi, l’eccesso sarà reso ordinario, dando alimento alla spirale dell’insoddisfazione e del mai abbastanza.
Si vorranno provare la confusione, l’anonimato, l’impersonalità; si cederà al “gioco” dell’emulazione, con spirito agonistico o con la presunzione degli scolaretti onnipotenti.
Il sesso diventerà dimostrazione di forza e rivendicazione di libertà, espressione dell’identificazione omosessuale e affermazione dell’autonomia ritrovata. Sarà pertanto un tratto distintivo dei rapporti e un organizzatore della vita di relazione.
L’agibilità sessuale soppianterà l’elaborazione di un percorso di accettazione, il sesso potrà separarsi da altre componenti sentimentali e fisiche e pretenderà di bastare a se stesso. Allora dichiarerà d’essere un Valore, rigettando con sufficienza il ruolo di strumento.
L’Aids non avrà insegnato nulla?
Mattia Morretta (Lettera a Babilonia, n. 104, ottobre 1992)