Un corpo e un'anima Comunicato stampa, 4 Settembre 1991
Da secoli ci interroghiamo sulle motivazioni e sulle finalità del comportamento sessuale, eppure dobbiamo confessare una profonda ignoranza al riguardo. La sessualità umana è essenzialmente culturale, il modo con cui viene pensata e vissuta, più che praticata, è indissociabile dal contesto sociale, storico e antropologico.
L’orientamento sessuale è comunque “naturale” nel senso di inscritto nella vicenda esistenziale dell’individuo, benché possa poi venir sezionato in componenti organiche, psichiche e ambientali. Oggi credere in un fattore biologico (o psicologico) determinante ed esaustivo è in ogni caso un peccato di ingenuità. In realtà, è banale affermare che esistano fondamenti organici (“materiali”) di una condizione e di un’esperienza tanto significativa quanto quella della persona omosessuale. Come è ovvio ritenere costante l’interazione tra i vari sistemi biologici (neurologico, ormonale, immunitario) e il mondo.
Alla fine del secolo scorso la teoria del “terzo sesso”, propugnata da personaggi omosessuali di rilievo in campo scientifico, supportava la richiesta di de-criminalizzazione e di tolleranza sociale, in quanto affermava la natura congenita della inclinazione omosessuale. La psicoanalisi ne contestò la veridicità. Attualmente può solo far sorridere un modello semplicistico di comprensione o peggio ancora spiegazione.
Le condotte sessuali esigono sempre qualche forma di controllo e di contenimento, le identità e gli orientamenti sessuali invece meritano rispetto. Le persone omosessuali hanno bisogno che venga loro riconosciuta l’anima e non ri-attribuito un corpo.
Mattia Morretta